NDL: diagnosi, valutazione e interventi

Cosè la Sindrome non verbale

La Sindrome non verbale (SNV) rappresenta una condizione Neurologica generalmente considerata un disturbo evolutivo a carattere pervasivo che interessa ogni aspetto della vita della persona. Il maggiore esponente mondiale nello studio di questa sindrome è il Neuropsicologo canadese Byron Rourke. Le principali caratteristiche individuate da Byron Rourke sono le seguenti : – discrepanza tra QI verbale e QI di performance di 10 punti – difficoltà nel calcolo – disturbi nell’area emotivo/relazionale e correlati neurologici associati.

Manifestazioni cliniche fondamentali

Tra le manifestazioni cliniche della sindrome non verbale troviamo:

– deficit nella percezione tattile bilaterale, più marcato nella parte sinistra del corpo. Tali problemi tendono a ridursi con l’età.
– difficoltà di coordinazione psicomotoria bilaterale, spesso più marcata nella parte sinistra del corpo. Le capacità psicomotorie semplici tendono a stabilizzarsi con la crescita mentre le abilità psicomotorie complesse, soprattutto in contesti nuovi, tendono a peggiorare.
– deficit di organizzazione visuo-spaziale. La discriminazione visiva, soprattutto con materiale verbalizzabile, tende a migliorare, mentre, soprattutto in nuovi contesti, le abilità visuo-spaziali risultano deficitarie.
– estrema difficoltà nell’adattarsi a situazioni nuove e/o complesse, con la tendenza ad adottare comportamenti meccanici, ripetitivi ed inappropriati
– difficoltà nella risoluzione di problemi e nella formazione di concetti di natura visuo-spaziale. E’ inoltre, ridotta la capacità di falsificare le ipotesi e di trarre beneficio da feedback in situazioni nuove, così come risulta compromessa l’abilità di stabilire delle relazioni causa-effetto.
– distorsioni nella capacità di stimare lo scorrere del tempo durante le attività quotidiane (questo comportamento può non essere immediatamente visibile ma emerge chiaramente se espressamente valutato)
– abilità e memoria verbale meccanica ben sviluppata. La memoria di materiale complesso di natura verbale può risultare deficitaria, a causa di una scarsa comprensione iniziale
– verbosità associata a scarsa prosodia e uso pragmatico del linguaggio estremamente compromesso
– difficoltà di aritmetica, anche per apprendimenti di natura meccanica. Le capacità di lettura migliorano nel secondo ciclo della scuola primaria, mentre la capacità di comprensione
del testo può continuare a essere compromessa
– deficit nella percezione, nel giudizio e nell’interazione sociale. Durante il periodo pre-scolare il bambino può apparire “iperattivo”. Con l’avanzare dell’età c’è una forte tendenza al ritiro
e all’isolamento sociale, con alto rischio di sviluppo di disturbi psichici di natura internalizzata nel corso dell’adolescenza.

 

 

 

In sintesi, i deficit riguardano:

– la percezione visiva e tattile
– la coordinazione motoria
– l’attenzione visiva e tattile
– la memoria visuo-spaziale

Alcune competenze cognitive di livello più elevato quali:

– la formazione dei concetti
– il problem solving, la valutazione dei feedback,
– l’individuazione di relazioni causa ed effetto
– la falsificazione delle ipotesi.

 

Inoltre, a livello verbale, si rileva:

– una scarsa prosodia
– un’eccessiva verbosità
– difficoltà nell’uso pragmatico del linguaggio

Interventi rieducativi della sindrome non verbale

AREA PRASSIE

a. motricità fine

b. coordinazione

c. programmazione del movimento

 

AREA AUTONOMIE

a. cura di se

b. gestire l’ambiente

c. Sport

 

AREA SOCIALE 

a. Fronteggiare il cambiamento

b. Sicurezza

c. Comunicazione e pragmatica

le autonomie personali già rappresentano un presupposto essenziale per l’area sociale

 

SCUOLA

a. Grafia

b. Comprensione testo

c. Relazione classe

 

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