diagnosi, valutazione e riabilitazione

Disprassia e disturbi della motricità

Con la definizione di Disprassia motoria ci si riferisce ad disturbo della coordinazione motoria (DCD).

Le principali caratteristiche sono:

1. La presenza di una significativa difficoltà o ritardo nello sviluppo della coordinazione motoria per cui le abilità motorie del bambino dovranno risultare inferiori rispetto ad un coetaneo con analoga struttura fisica.

2. La difficoltà di coordinazione motoria non può essere spiegata da altre condizioni mediche e neuropsicologiche (es. : paralisi cerebrali infantili, distrofia muscolare, disabilità intellettiva)
3. Le difficoltà motorie interferiscono in diversi contesti di vita (es. Apprendimenti scolastici, sport, gioco, autonomie personali)

Nella Disprassia Motoria si ha uno sviluppo asincrono e/o deficitario e/o inefficace in assenza di deficit mentali e/o di turbe psichiche e di altre condizioni di disturbo di natura neuromotoria, neurosensoriale, neuromuscolare. Tali condizioni si avranno anche dopo una normale esposizione ad esperienze motoria e di sviluppo.

disprassia Sassari

Principali manifestazioni del disturbo motorio

Principali manifestazioni di questo disturbo prevedono un ritardo nel raggiungimento delle tappe di sviluppo motorio (passaggio alla posizione seduta, gattonamento, deambulazione), goffaggine nei movimenti, scarse capacità sportive e nelle fasi scolastiche anche disgrafia e scarse capacità grafiche in senso esteso.

Come per qualsiasi altro disturbo risulta condizione imprescindibile per porre diagnosi di Disprassia ( presso il nostro studio a Sassari) , che le prestazioni motorie inadeguate interferiscano in maniera significativa con i risultati scolastici o le attività della vita quotidiana. Il quoziente intellettivo di questi bambini dovrà essere nella norma anche se specifiche prove che prevedono coordinamento oculo-manuale potrebbero restituire risultati non adeguati in queste specifiche aree di competenza.

La disprassia è un disturbo multisistemico che coinvolge diversi aspetti dello sviluppo in cui la difficoltà di pianificazione dell’atto motorio e i deficit percettivi possono influenzare in maniera negativa molti aspetti degli apprendimenti scolastici e della vita quotidiana.

dagnosi presso lo studio Zanzurino

Forme della disprassia

Le principali forme di Disprassia sono:

1.Disprassia ideativa. Difficoltà a pianificare una sequenza di movimenti coordinati: ad esempio le azioni possono essere svolte in modo corretto ma nell’ordine sbagliato
2. Disprassia ideomotoria. Il soggetto sa cosa fare, ma non riesce a passare dal piano ideativo a quello motorio esecutivo .
3. Disprassia costruttiva e grafo-motoria. Comporta difficoltà nella pianificazione di compiti costruttivi (ad esempio giochi di costruzione, bricolage), grafo-motori (disegno, scrittura) e nelle attività che richiedono abilità visuo-spaziali (giochi di squadra).
4. Disgrafia. Disturbo specifico della scrittura manuale (grave irregolarità dei caratteri e/o estrema lentezza esecutiva).
5. Disprassia orale. Interessa le labbra, la lingua, il velo pendulo. I lattanti non riescono a succhiare e presentano problemi di alimentazione o il bambino, ad esempio, non riesce a soffiare e a spegnere le candeline. La fonazione e l’articolazione del linguaggio sono spesso compromesse.6. Disprassia dello sguardo. Il bambino non fissa stabilmente lo sguardo sull’oggetto, non guarda negli occhi gli interlocutori e spesso ha uno sguardo apparentemente assente. Di frequente si nell’acquisizione della lettura .

Sulla base dell’ esperienza clinica e riabilitativa, la Disprassia non rappresenta solo un quadro patologico a sé, ma anche un sintomo presente in diversi disturbi neuroevolutivi ( ad es. S. di Williams, S. di Asperger o altro ASD, S di Down).

Il percorso elettivo di riabilitazione e rieducazione prevede il coinvolgimento, in base alla specifica esigenza del bambino , di diverse figure professionali ( psicologo, neuropsicomotricista , pedagogista clinico e logopedista ). L’equipe che si occupa di disprassia Sassari, dopo aver valutato il profilo funzionale e psicomotorio, procederà con la stesura di un piano specifico d’intervento calibrato sulla persona e le sue caratteristiche peculiari nonché sulle richieste ambientali legate al contesto e alla fase evolutiva esaminata .

Come per qualsiasi altro disturbo in età evolutiva non si potranno trascurare gli aspetti emotivo-relazionali che condizionano la motivazione e di conseguenza la riuscita di un qualsiasi intervento

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